Per anni mi sono tenuta alla larga dallo studio del suolo e delle diverse attività relative all’agricoltura favorevoli alla sua salute, come ad esempio l’agricoltura conservativa.

Ho iniziato la mia carriera da biologa interessandomi di tutt’altro: di “ciò che è vivo e si muove”, di “ciò che mi dà modo di pensare che ci possa essere del respiro, della vita”.

Ma mai come allora mi sbagliavo!

Per quale motivo? Continuate a leggere e capirete tutto!

Siamo abituati a pensare al suolo come ad un qualcosa di immobile, stabile e vuoto, e sono poche le persone che, durante la loro infanzia, si sono dedicate, anche solo per 5 minuti, all’osservazione di questo immenso insieme di granelli!

Ma il suolo ha tantissime capacità!

Sezione del suolo con invertebrati e insetti che vivono al suo interno.

È infatti in grado di svolgere un’importante funzione produttiva, trasformando quindi l’energia luminosa in energia chimica.

Inoltre, lungo tutto lo spessore del terreno sono presenti tantissime specie differenti di organismi che, essendo cosi tanto numerosi, rappresentano persino i tre quarti dell’intera biodiversità del pianeta!

Si, avete capito bene! Sono più gli organismi che vivono nelle oscurità del terreno rispetto a noi viventi alla luce diretta del sole.

Ma il suolo ha anche una grande capacità di conservare l’acqua al suo interno (che già di per sé è fin troppo sfruttata dall’uomo oramai!)

Quest’acqua immagazzinata (giusto per fare due conti) rappresenta il 90% della produzione agricola mondiale e circa un terzo di tutta l’acqua dolce.

Cosa succede quando il suolo è anche solo moderatamente impoverito?

Un corso d'acqua lungo una vallata.

Il suolo non è in grado di trattenere nemmeno la metà di quel 90% della produzione agricola.

Infatti, la maggior parte dell’acqua che fluisce nel suolo finisce, più che altro, nei fiumi e nei corsi d’acqua tornando cosi al mare. 

Questo trasporto di acqua comporta una grande perdita di sostanze nutrienti e sostanze chimiche che, a loro volta, causano il grande inquinamento delle acque dolci che ad oggi sono una delle millemila problematiche ambientali a cui tutto il pianeta è sottoposto!

È infatti qui che entra in gioco il concetto di “Zone Morte”, cioè tutte quelle immense aree marine e di acque interne (fiumi e laghi) completamente inquinate e prive di qualsiasi forma di vita.

E se invece il suolo fosse ben nutrito? 

Rappresentazione di Sun suolo ben nutrito con tante piante rigogliose.

(E quindi contenesse molta più sostanza organica?)

Beh, in questo caso, il carbonio (la nostra sostanza organica di interesse) sarebbe in grado di trattenere più acqua!

E tutto ciò sarebbe molto utile! 

Si eviterebbero infatti tante inondazioni, e tanti raccolti eviterebbero di avvizzire durante i periodi di siccità (eventi che ormai sono quasi all’ordine del giorno!).

Il punto adesso è: come si rende questo terreno ben nutrito?

In realtà, ora come ora, si stanno sviluppando diversi sistemi che rientrano nel grande calderone dell’agricoltura conservativa, in grado di supportare il suolo e di migliorare quindi la sua qualità.

Tra questi sistemi, quelli attualmente più studiati e approfonditi sono il Sistema No – Tillage (NT) e il Sistema di Rotazione Diversificata delle Colture (DCR).

Questi due sistemi agricoli, dunque, fanno parte di un concetto più ampio riguardante l’Agricoltura Conservativa.

Il sistema NT e le colture di copertura

Un distesa di campi ben coltivati.

L’agricoltura NT si basa soprattutto sulla crescita di colture di copertura. 

Ma cosa indica questo termine?

In agricoltura, a seconda della stagionalità, i terreni possono essere lasciati “riposare”, ciò significa che per un determinato periodo di tempo non vengono svolte le varie attività di coltivazione.

In diverse situazioni, soprattutto per quanto riguarda attività di agricoltura intensiva, in questi periodi il terreno viene abbandonato a sé stesso, e ciò comporta un eccessivo sfruttamento del suolo, causato dalla crescita di patogeni o da eventi climatici estremi (come la pioggia continua o, esattamente all’opposto, una esagerata irradiazione solare).

Con il sistema NT, invece, il terreno non viene abbandonato a sé stesso ma, a seconda della stagione considerata, vengono coltivate determinate specie (scelte con criterio a seconda della tipologia di terreno e del clima locale) che hanno il compito di nutrire il suolo e di evitare che avvengano azioni di erosione.

Tutte queste colture di copertura sono diventate essenziali per il successo dell’agricoltura senza lavorazione del terreno e, fortunatamente, sono già diverse le aziende agricole che hanno iniziato ad utilizzarle.

Un vantaggioso “cocktail” di colture 

Otto riquadri che rappresentano diverse colture di copertura.

Ma qual’è l’obiettivo principale di questo “cocktail” di colture di copertura?

L’idea è quella di sfruttare la sinergia di piante diverse che lavorano insieme per riciclare cosi la biomassa (sia sopra sia sotto il terreno), e quindi di recuperare i vari minerali e il carbonio che si accumulano nel suolo durante la stagione di crescita!

Questa tecnica agricola porta, nel tempo, diversi vantaggi:

  1. una grande quantità di umidità nel terreno;
  2. una fissazione biologica del terreno ed un riciclo dei nutrienti;
  3. un miglioramento del biocontrollo di parassiti e malattie;
  4. una maggiore protezione dall’erosione.

E la Rotazione Diversificata delle Colture?

Un campo diviso in sezioni con coltivazioni differenti e al centro macchine per la coltivazione.

La Rotazione Diversificata delle Colture è un sistema di agricoltura conservativa che non alterna, stagionalmente, SOLO DUE colture diverse, ma introduce una sequenza molto più diversificata, andando quindi ad alternare dalle tre colture in su.

Gli agricoltori hanno scoperto, usando loro stessi questa tecnica, che effettivamente è molto utile per mantenere in salute il terreno.

Infatti questa sequenza variegata di colture porta ad una maggiore crescita della sostanza organica del suolo e, allo stesso tempo, ad una riduzione dell’erosione.

Inoltre è molto importante anche per la conservazione delle risorse idriche, contribuendo alla conservazione dell’acqua nel suolo.

Quindi, non si ha solo un miglioramento della qualità del suolo, ma viene anche garantito un uso più efficiente dell’acqua e dei nutrienti.

E questo porta ad una maggiore produttività del terreno a lungo termine!

Piante vs. Patogeni: una battaglia lunga una vita

Un fiore in primo piano circondato da virus che cercano di attaccarlo.

Gli agricoltori che utilizzano questo sistema, sono in grado persino di gestire le diverse problematiche che molto spesso portano alla rovina delle colture, come la crescita delle erbe infestanti, i nematodi e gli insetti di diverse specie.

Come gestiscono tutto questo?

Semplice! 

Interrompendo i cicli di vita dei patogeni e quindi creando un ambiente sfavorevole per la proliferazione delle malattie delle piante andando ad alternare colture con differenti specie vegetali.

E questo cosa significa?

Presto spiegato!

La crescita dei patogeni è favorita soprattutto dalla presenza di una sola specie nel campo (quindi parliamo di monocoltura): ogni patogeno è specifico per una determinata specie di pianta, quindi se continuiamo a coltivare solo quella specie, ovviamente il patogeno continuerà a diffondersi!

Ma, se al posto di quella specie, iniziassimo a coltivare piante completamente differenti, queste, con adattamenti e caratteristiche diverse dalla specie precedente, andrebbero ad arrestare del tutto la crescita e lo sviluppo di quel patogeno.

Ed ecco qui che la malattia, che prima infestava tutta la coltivazione, viene completamente debellata.

Capite adesso l’importanza di più colture?

L’altruismo spiccato delle specie vegetali

Tre piantine che stanno vicine e crescono insieme.

La presenza di specie vegetali differenti favorisce anche lo sviluppo di alcuni microrganismi che sono fondamentali per la funzionalità del suolo.

Facciamo un esempio: colture di specie differenti che vengono piantate in maniera alternata (come piselli e ceci) possono migliorare di molto le prestazioni delle colture (e quindi della crescita) di specie che verranno poi coltivate nella stagione successiva, come possono essere le colture di grano.

Praticamente le diverse specie tra di loro si danno una mano!

Quindi, alla fine dei conti, l’obiettivo di questo sistema DCR è quello di migliorare la qualità del suolo aumentandone l’eterogeneità e  fornendo cosi una maggiore quantità di azoto contemporaneamente alla riduzione dell’uso di fertilizzanti chimici.

Quelle solite questioni economiche

Un tavolino con una piccola cassaforte e pieno di soldi: banconote e monete.

Perché allora queste meravigliose tecniche di agricoltura conservativa non vengono utilizzate da tutte le aziende agricole?

Indovinate un po…

Bravi, ci avete preso: per questioni economiche.

C’è una totale mancanza di investimenti iniziali legata a questa tipologia di attività, ed inoltre in molte aree geografiche si aggiunge anche una limitata conoscenza tecnologica.

Quindi, inutile dire che sarebbero essenziali degli incentivi finanziari, un maggior supporto tecnologico ed un maggior accesso a conoscenze aggiornate in questo campo.

Collaborazioni e opportunità sostenibili

Sei persone che rappresentano scienziati e agricoltori che parlano e ridono insieme.

L’agricoltura conservativa (che sia il sistema DCR o il sistema NT) non solo trasforma la produzione alimentare, ma contribuisce anche ad una gestione più sostenibile degli ecosistemi dei diversi paesaggi agricoli (di cui l’Italia abbonda!).

Fortunatamente, anche a livello globale si inizia ad affermare questa tipologia di agricoltura sostenibile, offrendo cosi maggiori opportunità di mercato agli agricoltori e vantaggi ambientali duraturi.

Da tutto ciò possiamo quindi capire come sia di fondamentale importanza una collaborazione tra la comunità scientifica, gli agricoltori e le istituzioni, al fine di promuovere il più possibile queste nuove tecnologie agricole e garantire un futuro sostenibile anche in questo campo.

Quindi cerchiamo di stare con le orecchie ben aperte e proviamo ad aspettarci qualche bella notizia positiva!

Per adesso, miei cari Eco Warriors,

vi do come sempre appuntamento alla settimana prossima!

Di Zoe

Sono una divulgatrice e guida ambientale appassionata. Creatrice di EcoHorizon, condivido articoli su ambiente, novità scientifiche, pratiche ecosostenibili, piante e animali. Quando non sono impegnata a scrivere, conduco escursioni e workshop per avvicinare le persone alla natura. Seguimi su EcoHorizon per scoprire come possiamo proteggere e preservare il nostro pianeta insieme!

2 commenti a “Agricoltura conservativa per una dieta sostenibile”

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