Un esteso campo verde con 4 mucche al pascolo libere di muoversi per tutto il campo.

La scelta della carne sostenibile non è più solo una questione di gusto, ma ormai riguarda anche tanti valori etici e morali legati alla sostenibilità ambientale.

Fortunatamente negli anni le nostre domande sul livello di sostenibilità nella produzione e nel consumo di carne stanno aumentando sempre di più.

Non ci basta più la semplice risposta: “non mangiare carne e vedrai come impatterai di meno sull’ambiente!”

Si okay può essere vero, ma quanti di noi sono realmente in grado (e hanno voglia) di mettere completamente da parte un bel pezzo di carne e non saperne più niente?

E quindi come ne veniamo a capo? 

Scopriamolo insieme qui di seguito!

Carne e sostenibilità: un gran dilemma

Io stessa, anni fa, per ben due anni ho seguito una dieta vegetariana e devo dire che una volta dimenticato il sapore della carne non è stato poi così tanto difficile non pensarci più.

Poi però ecco qui che arrivano nuove ricerche, nuovi studi e si scopre che si, persino una dieta completamente vegetariana crea problemi all’ambiente!

Pensiamoci un attimo.

Qual’è la prima cosa che inseriamo nella nostra dieta vegetariana per sostituire proteine animali?

La soia!

Eppure…

la soia è il primo elemento naturale prodotto e coltivato in quantità così tanto elevate da provocare una enorme

e dico ENORME

perdita di terreni naturali per il bisogno di costruire campi sterminati di coltivazioni di soia.

E noi giustamente pensiamo: 

“si dai, ora va bene che siamo tanti individui al mondo e che le diete vegetariana e vegana stanno prendendo piede sempre di più, ma magari è un pò esagerato come discorso!”

e potremmo anche avere ragione, 

se non fosse che la soia viene coltivata 

(e quindi si rovinano chilometri e chilometri di suolo e terreno naturale) 

sia per le nostre due tipologie umane di diete, sia per le diete che vengono inferte (perché è di questo che parliamo) a tutti quei poveri animali sottoposti alle atroci sofferenze e ad una “vita non vita” all’interno degli allevamenti intensivi.

Allora come facciamo noi “carnivori umani”?

Premettendo che ognuno è assolutamente libero di fare le proprie scelte, 

facciamoci un’idea su come poter andare incontro alla salute dell’ambiente e degli animali senza dover rinunciare a qualche dose di proteina animale alla settimana.

Il dilemma sulla scelta della carne sostenibile riguarda tantissimi aspetti diversi tra loro che vanno dalle fasi dell’intera produzione di carne, quindi anche il trasporto e la consegna, alle emissioni di gas serra e carbonio causati proprio dai mostruosi allevamenti intensivi.

Per non parlare poi dell’enorme preoccupazione per il benessere degli animali coinvolti in tutto l’intero ciclo produttivo.

Possiamo veramente parlare di “carne sostenibile”?

Per diverso tempo questa domanda mi ha arrovellato il cervello facendomi sentire tremendamente in colpa ogni volta che portavo alla bocca un pezzetto di carne.

Però si, 

dopo diversi studi ho scoperto che possiamo VERAMENTE parlare di carne sostenibile 

ed il fatto di non riuscire a fare a meno di questa tipologia di proteine non per forza ci rende delle persone mostruose e prive di valore morale.

È inutile che ci prendiamo in giro: quanti di noi vogliono SERIAMENTE fare la loro parte all’interno del mondo della sostenibilità, ma appena vedono un bel pezzo di carne che gli passa sotto gli occhi gli parte l’acquolina a mille e non capiscono più nulla?

Io sicuramente!

E proprio per questo motivo ho cercato di studiare il più possibile l’argomento riguardante la carne sostenibile per potervi dire, alla fine, che c’è speranza!!

Se vuoi saperne di più sui vari comportamenti ecosostenibili da adottare nella vita di tutti i giorni passa a casa: parleremo insieme e ci confronteremo sulle vari possibilità per una vita ecosostenibile!

Partiamo dall’inizio

In questo argomento dove si colloca la sostenibilità?

Nel metodo di allevamento?

Nel trasporto?

Nell’atteggiamento dei consumatori verso il cibo?

Non c’è una sola risposta,

perché non è solo in una di queste fasi che si può andare incontro ad un cambiamento.

La sostenibilità è un modo di vivere, è una modalità di svolgimento delle azioni.

Non dipenderà mai solo dalla tipologia di allevamento o dalla scelta che ogni mattina facciamo riguardo al mangiare o meno la carne.

Il concetto di ecosostenibilità è un concetto di completa interconnessione.

E quindi noi, nel nostro quotidiano, come possiamo affrontare tutto questo?

Detto così sembra un qualcosa un po’ troppo grande per noi, non è vero?

E invece no!!

Agiamo passo dopo passo, un poco alla volta.

E quindi, passo passo vediamo cosa possiamo fare noi, nel nostro piccolo non così minuscolo!

1. Diamo più fiducia alle nostre macellerie locali

Le macellerie locali, nella maggior parte dei casi, sono gestite da piccole aziende e possono essere un perfetto modo per poter smettere di sentirsi in colpa continuando a mangiare carne.

Ma… c’è sempre un “ma”!

Una volta deciso quale potrebbe essere la nostra macelleria di fiducia, 

andiamo dal macellaio e iniziamo a tempestarlo di domande:

  1. Da dove proviene la carne?
  2. Quali sono le pratiche di allevamento?
  3. Gli allevamenti sono all’aperto?
  4. La carne è fresca o congelata? E se è congelata… perché?

Sappiate che un buon macellaio saprà sempre il nome dell’allevatore, la razza dell’animale e la posizione esatta del luogo di allevamento.

Inoltre, non fate il mio stesso errore: non vergognatevi di chiedere qualsiasi informazione 

(non solo quelle elencate… siate fantasiosi) 

perché in realtà il macellaio, se veramente consapevole, sarà felice di poter condividere con voi le informazioni nel dettaglio.

Chi ama il proprio lavoro e lo fa con cognizione di causa, può essere solo che estremamente soddisfatto e orgoglioso di ciò che fa giorno dopo giorno, 

e avere un completo sconosciuto con cui condividere tutto ciò è fonte di grande soddisfazione.

Ricordiamoci poi che giusto all’inizio saremo dei perfetti sconosciuti perché nel momento esatto in cui le risposte del macellaio saranno come quelle che desideravamo… 

quell’individuo dietro al bancone diventerà il nostro “uomo della carne di fiducia”.

Com’è facile la vita a volte… non credete?

2. Consideriamo tagli più “sostenibili”

Abbiamo scelto la macelleria in cui ogni sabato andremo a fare la spesa settimanale.

Ma a questo punto cosa scegliere dal bancone?

La prima opzione che tutti i più grandi “ecosostenitori” promuovono è l’acquisto di animali interi.

Certo, se avete un ristorante o un locale ha sicuramente senso e si, ovviamente ve lo consiglio anche io!

Ma se, come me, avete una semplicissima casa con un frigo che non arriva nemmeno alla vostra altezza 

(sono 1 metro e 62… immaginate!) 

ovviamente l’animale intero non è assolutamente un’opzione.

Inoltre può fare senso (più che comprensibile!).

Quindi cosa fare?

Scegliamo comunque dei tagli meno comuni (per esempio: reale, punta di petto, spalla, stinco) o carne macinata.

Questi sono una buona scelta sia per poter ridurre i nostri costi di spesa sia perché in questo modo sosteniamo direttamente gli allevatori locali.

3. Facciamo un giro nei mercati contadini locali

Finora abbiamo parlato di carne supponendo che sicuramente ci sia almeno una macelleria locale nella zona in cui viviamo.

Ma se così non fosse?

Se non fossero presenti delle macellerie specializzate, saremmo obbligati a continuare a fare una spesa tutt’altro che ecosostenibile?

… e secondo voi non consideravo questa possibilità e lasciavo tutto al caso?!

Si ripiega sui mercati contadini ovviamente!

In questo spazio infatti possiamo fare la conoscenza con tantissimi allevatori che ci offrono della meravigliosa carne proveniente da piccoli allevamenti con catene di produzione e approvvigionamento più piccole e a “misura d’uomo”.

Oltretutto queste realtà sono perfettamente ecosostenibili in quanto, non avendo delle catene di produzione tanto grandi e lavorando su scala locale, contribuiscono molto poco alla produzione di carbonio e all’inquinamento ambientale.

Quindi direi che si, andiamo assolutamente a fare una bella passeggiata anche in giro per i mercatini del paese!

4. Non dimentichiamoci dei produttori di latticini

Oltre ai contadini, anche i produttori di latticini possono essere una perfetta risorsa per della carne di qualità.

Non sono impazzita… seguitemi un momento.

I produttori di latticini producono latte e derivati, e fin qui tutto fila.

Ma latte e derivati da dove li produrranno?

Esatto: hanno i loro animali da allevamento che utilizzano principalmente per produrre latticini, certo, ma questo non significa che non abbiano da offrire anche della carne sfusa come polli o maiali.

Inoltre parliamo sempre di aziende locali, quindi anche in questo caso il loro bestiame è tenuto in maniera del tutto civile: allevati a terra, mangimi di qualità e nessun tipo di antibiotici in corpo.

Fidatevi di me: provare a curiosare non nuoce!

5. Impariamo a decifrare le etichette

Ora la domanda sorge spontanea: e se non avessimo il tempo di girare per le città in cerca di macellerie o mercati idonei?

Niente panico!

Anche per queste situazioni, fortunatamente, abbiamo una soluzione:

continuiamo ad andare al supermercato, 

ma cerchiamo di dare maggiore attenzione a ciò che troviamo su quelle infinite file di banconi che ci si presentano davanti.

Troviamo spesso scritto sulle etichette la parola “biologico” e subito, giustamente, pensiamo che quel prodotto sia una buona scelta sostenibile.

Peccato però che quella malefica parolina non garantisca automaticamente delle pratiche etiche durante l’intero processo produttivo.

Quindi come possiamo essere certi di prendere la decisione giusta e fare una spesa proteica ecosostenibile?

Sicuramente etichette del tipo “Allevato a terra” e “DOP” hanno un loro perché e sono delle scelte migliori rispetto a prodotti che non presentano nemmeno questi termini.

Ma c’è dell’altro!

Cerchiamo di far caso anche a diciture più specifiche come “Allevato in Italia”, “Macellato in Italia”, oltre al logo “5R” che ci indica che quel prodotto è una tra le cinque carni italiane allevate e macellate esclusivamente in Italia:

  1. Piemontese
  2. Marchigiana
  3. Chianina
  4. Podolica
  5. Romagnola e maremmana

Progettiamo scelte consapevoli

La carne sostenibile è quindi un concetto reale e concreto raggiungibile con delle scelte quotidiane più consapevoli ed informate.

Il settore della carne in Italia impiega circa 200.000 persone, generando un fatturato annuale di circa 30 miliardi di euro.

Con questi numeroni possiamo comprendere come la scelta di una carne sostenibile e di qualità non contribuisca solo al nostro pasto e al nostro organismo, ma anche a promuovere delle pratiche agricole e di allevamento più sostenibili andando persino a favorire i lavoratori locali del settore.

Cerchiamo quindi di evitare il più possibile gli sprechi, i prodotti provenienti dalle grande aziende e cerchiamo invece di comprare in modo più mirato favorendo così le nostre zone locali.

Alla prossima scelta ecologicamente sostenibile Eco Warriors!

Di Zoe

Sono una divulgatrice e guida ambientale appassionata. Creatrice di EcoHorizon, condivido articoli su ambiente, novità scientifiche, pratiche ecosostenibili, piante e animali. Quando non sono impegnata a scrivere, conduco escursioni e workshop per avvicinare le persone alla natura. Seguimi su EcoHorizon per scoprire come possiamo proteggere e preservare il nostro pianeta insieme!

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