Panorama di un ghiacciaio

I ghiacciai sono un immenso ecosistema caratterizzato da grandi quantità di neve e ghiaccio in grado di formare un panorama per noi tanto sbalorditivo quanto sconosciuto.

Siamo abituati ad osservare questi panorami soprattutto attraverso uno schermo, 

in quanto per noi, molto spesso, risultano essere panorami del tutto irraggiungibili,

o comunque, 

se non completamente irraggiungibili, 

sicuramente difficili da raggiungere!

Sappiamo quindi della loro esistenza e soprattutto della loro bellezza. 

Ma quanto sappiamo della loro storia, evoluzione, formazione e cambiamento costante negli anni?

È proprio per queste lacune che noi tutti ci portiamo dietro

che ho deciso di chiarire qualche dubbio comune attraverso questo articolo.

Scopriamo quindi qui di seguito il mondo dei ghiacciai.

Storia evolutiva dei ghiacciai

Un scena durante l'era del Qauternario, con uomini e donne delle grotte in un panorama di lacuna.

La loro storia ha inizio milioni e milioni di anni fa, 

ma a partire dagli ultimi 2 milioni di anni, 

quindi durante il periodo del Quaternario, 

i ghiacciai hanno iniziato a svilupparsi ed estendersi sempre di più aumentando così sia di grandezza sia di numero.

Purtroppo ad oggi ci è impossibile conoscere l’intera storia di questi ecosistemi: 

le testimonianze sono incomplete a causa di eventi terrestri più recenti che hanno portato alla perdita di forme e di depositi glaciali passati.

Ad oggi comunque sappiamo per certo che il periodo storico durante il quale i ghiacciai sono andati incontro a grande evoluzione, sviluppo e modifica è sicuramente il Pleistocene.

Parliamo di un’era geologica compresa tra 2,58 milioni di anni fa a 11700 anni fa, periodo dell’ultima glaciazione.

Perché questa Era è così importante per i ghiacciai?

In questo periodo storico la Terra è andata incontro ad un’importante variazione del clima che ha portato proprio a lunghi periodi di freddo, soprattutto alle latitudini e alle quote più alte.

È proprio durante questa Era  geologica e quella successiva (Olocene) che le calotte glaciali hanno raggiunto la loro massima estensione raggiungendo così circa 47.000.000 km quadrati della superficie totale delle terre emerse!

Questo imponente sviluppo di ghiacciai ha portato così a grandi cambiamenti sul pianeta Terra:

  1. Diminuzione della quantità d’acqua negli oceani che ha portato ad una diminuzione del livello del mare sull’intero pianeta;
  2. Abbassamento di grandi porzioni di crosta terrestre fino a circa 120 m di profondità a causa dell’aumento di grandezza (e quindi peso) dei ghiacciai;
  3. Sollevamento della crosta in precedenza sprofondata a causa di un successivo (e naturale, in quel caso) scioglimento dei ghiacciai.

Dove si formano i ghiacciai

Una grande e imponente montagna su uno sfondo di un paesaggio di bosco e prati.

Abbiamo scoperto la loro evoluzione nei millenni ma, ad oggi, dove potrebbero mai formarsi i ghiacciai?

Quali sono le condizioni fondamentali che rendono possibile la sua formazione naturale?

Partiamo precisando che i ghiacciai si formano nelle zone al limite delle nevi perenni.

Parliamo quindi di quote al di sopra delle quali in inverno cade molta più neve di quanta se ne riesca a sciogliere d’estate.

(Fa freddo… molto freddo!)

Per quanto siano sicuramente tutte zone gelate della Terra, 

la quota intorno alla quale questi ambienti si formano varia a seconda della latitudine e dell’altitudine.

Mi spiego meglio.

Nelle zone polari,

quindi parliamo di zone ad alte latitudini,

la quota alla quale si formano i ghiacciai corrisponde al livello del mare.

Ma avvicinandosi all’equatore, 

dove fa sicuramente molto (ma molto) più caldo rispetto alle zone polari, 

un ghiacciaio si può trovare a quote decisamente molto più elevate: 

all’incirca sopra i 4500 – 5000 m.

Sulle Alpi invece, 

punto intermedio tra i due estremi, 

la quota dei ghiacciai si trova tra i 2400 e i 3200 metri.

Se ti interessano le questioni ambientali e ti piace saperne di più sull’ambiente naturale passa a trovarmi: parleremo insieme di ecosistemi, natura, sostenibilità e molto altro!

Come si formano

Dei ghiacciai durante una nevicata.

Sfortunatamente per noi i ghiacciai non si formano con grande facilità e nel giro di una sola notte.

La loro formazione è abbastanza complessa e richiede condizioni ambientali ben specifiche.

Primo elemento sicuramente importante per la sua formazione è la neve, 

ma soprattutto la capacità della neve di accumularsi sulla superficie terrestre.

Questa neve che pian piano si accumula sugli strati sempre più “vecchi” di neve sottostanti, 

va a provocare una pressione sugli strati inferiori, comprimendoli e trasformandoli in “firn”.

(Eh si, io provo a non utilizzare “terminacci” da buoni appassionati di ghiacciai, ma a volte ci tocca accennarne alcuni!

Ma ve li spiego, tranquilli.

Il “firn”, infatti, è un ammasso denso e compatto di neve formato da tanti cristalli di ghiaccio circondati da spazi vuoti, cioè spazi contenenti solamente aria e niente più.)

Ma torniamo a noi.

Una volta accumulata la neve e aumentata la pressione degli strati superiori su quelli inferiori, 

il firn subisce un’ulteriore compattazione. 

In questo modo i cristalli di ghiaccio all’interno del firn si compattano ancora di più, si allineano e riducono gli spazi vuoti tra di loro.

Sono tutti questi cambiamenti all’interno delle masse di neve che portano alla formazione del ghiaccio glaciale, 

cioè del ghiaccio denso e solido.

Ormai il ghiaccio glaciale si è formato!

Dunque non gli resta che iniziare a scorrere sotto l’influenza della gravità!

Ed ecco che la parte centrale del ghiacciaio inizia a muoversi, 

e lo fa molto più velocemente rispetto ai bordi.

Attenzione: altro termine da buoni studiosi e appassionati di ghiacciai…

questo fenomeno appena descritto, infatti, viene definito “flusso interno”, 

proprio a indicare questo movimento centrale del ghiacciaio rispetto alle sue aree più esterne.

Fattori che influenzano la loro formazione

Un panorama di ghiacciai di dimensioni differenti ad indicare delle diverse tempistiche di formazione.

Tutti i ghiacciai sul pianeta Terra seguono lo stesso meccanismo di formazione, 

ma è importante comprendere che tempi e modalità di accumulo della neve, 

e quindi formazione dei ghiacciai, 

variano a seconda di diversi fattori climatici, topografici e geologici.

Partiamo parlando dei fattori climatici.

Quelli che influenzano maggiormente la formazione dei ghiacciai sono:

  1. Precipitazioni: più sono frequenti le piogge e più velocemente si formeranno i ghiacciai. Sono infatti le precipitazioni che influenzano direttamente l’accumulo di neve sulla superficie;
  2. Temperatura: più le temperature sono basse e più lungo sarà il periodo di permanenza del ghiaccio solido in superficie. Questo porta ad un equilibrio importante tra accumulo e perdita di neve;
  3. Cambiamenti climatici: inutile dire che cambiamenti climatici globali, soprattutto l’aumento della temperatura, influenzano dimensione e salute dei ghiacciai. Un aumento drastico delle temperature, come sta avvenendo negli ultimi anni, causa il loro ritiro e la loro diminuzionei;

Al secondo posto tra i fattori che influenzano la formazione dei ghiacciai ritroviamo i fattori topografici:

  1. Pendenza: più è elevata la pendenza del ghiacciaio e più la velocità del movimento del ghiacciaio è elevata;
  2. Lunghezza e profondità del bacino glaciale: i ghiacciai si formano all’interno di zone, più o meno ampie, di accumulo definite “bacini glaciali” e più questi bacini sono ampi e profondi, maggiore sarà la loro capacità di sostenere ghiacciai grandi ed estesi.

Al terzo posto, ma non per importanza, troviamo i fattori geologici:

  1. Tipo di roccia e substrato: diversi tipi di roccia portano ad una diversa velocità di movimento del ghiaccio. Le rocce più lisce, infatti, favoriscono un movimento molto più veloce rispetto a rocce frastagliate, che possono invece ostacolare il suo movimento;
  2. Fratture e crepe: più fratture e crepe sono presenti in superficie, più un ghiacciaio può risultare instabile.

I diversi tipi

Un bacino di accumulo di ghiacciai che si trovano sullo sfondo.

Come accennato prima, i ghiacciai si formano a partire da un bacino glaciale (bacino di accumulo), dove si accumula tutta la neve e la maggior parte del ghiaccio che si forma durante la stagione invernale.

È la presenza di questo bacino ad essere l’elemento chiave per la formazione di un ghiacciaio.

Bisogna però ammettere che un ruolo importante è svolto anche dal bacino di smaltimento (o ablatore), che si trova sotto il limite del ghiacciaio ed è proprio l’elemento che connette la zona più alta e fredda di questo con le zone a valle.

Questo secondo bacino è proprio quello che solitamente viene definito “lingua del ghiacciaio”, con la sezione più a valle caratterizzata spesso da grandi e importanti sorgenti di torrenti di montagna e laghi montani.

È vero che il bacino glaciale e il bacino di smaltimento sono caratteristiche che compongono tutti i ghiacciai sul nostro pianeta, 

ma è anche vero che non tutti i ghiacciai sono uguali!

Questi infatti si dividono in due macro gruppi: 

  1. Ghiacciai montani;
  2. Ghiacciai continentali, conosciuti anche come calotte polari.

Partiamo dai ghiacciai montani

Panorama del Monte Rosa.

Questi sono i tipici ghiacciai che troviamo soprattutto ad alta quota e, a seconda della forma e della dimensione, si dividono in:

  1. Ghiacciai alpini: con un solo bacino di smaltimento. Sono i tipici ghiacciai presenti sulle Alpi in Italia, Svizzera, Francia e Austria. Parliamo quindi dei massicci del Monte Rosa, Monte Bianco, Gran Paradiso.
  2. Ghiacciai pirenaici: hanno una forma semicircolare e non presentano una lingua che scende a valle;
  3. Ghiacciai himalayani: presentano più di due bacini di smaltimento e formano più lingue glaciali che, una volta a valle, si uniscono in una sola lingua di grande dimensione;
  4. Ghiacciai patagonici: sono ghiacciai in grado di raggiungere persino il livello del mare;
  5. Ghiacciai equatoriali: li ritroviamo su diverse cime delle Ande equatoriali, in Africa sui monti del Kilimangiaro, in Kenya e in Indonesia.

Continuiamo con i ghiacciai continentali

Delle calotte polari.

Sono comunemente conosciuti come “calotte polari”.

Sono quindi tutti quei ghiacciai che ritroviamo ad alte latitudini e che presentano delle superfici molto estese su aree molto ampie 

(almeno così è stato fino a qualche tempo fa, quando le nostre attività inquinanti non avevano ancora creato danni drastici al nostro pianeta!).

Non esistono tanti ghiacciai continentali quanti quelli montani e gli unici esistenti sono:

  1. La calotta polare della Groenlandia
  2. La calotta polare dell’Antartide.

Ghiacciai in movimento

Due immagini di ghiacciai: a sinistra n ghiacciaio che ha perso la neve e a destra un ghiacciaio coperto di neve fresca.

I ghiacciai sono così grandi e imponenti che ci è fin troppo difficile immaginare che si possano muovere in maniera continua e costante.

Ma è esattamente quello che avviene ogni giorno!

Un ghiacciaio, infatti, tende a muoversi con una velocità che varia da 2 – 3 cm fino a 1 m al giorno e la differenza di velocità, come detto prima, dipende proprio dalla pendenza del terreno, dalla temperatura e dalla quantità di ghiaccio presente.

Le calotte polari, ad esempio, tendono a muoversi dal centro del continente verso l’esterno, mentre i ghiacciai montani scivolano verso il basso sotto l’azione della forza di gravità.

Esistono quindi differenti modalità di movimento dei ghiacciai, come ad esempio:

  1. Scorrimento: il loro movimento vero e proprio;
  2. Avanzamento o ritiro: un tipo di movimento che avviene quando la parte anteriore del ghiacciaio viene alimentata dall’accumulo di neve invernale (quindi “cresce”), ma la parte opposta del ghiacciaio tende a perdere massa, quindi si ritira.

I ghiacciai come artisti di nuove creazioni

Un enorme masso erratico.

I ghiacciai sono di una bellezza incredibile già solo per il loro panorama, ma ai nostri occhi possono diventare ancora più belli se pensiamo ai diversi ruoli che svolgono all’interno dell’ambiente naturale in cui vivono.

Sono infatti fondamentali per l’attività di rimozione di materiale roccioso dalla loro superficie e il trasporto di questi materiali nelle aree circostanti.

Attraverso queste attività di trasporto, i ghiacciai sono in grado di portare a valle, quindi più alla nostra portata, molti e diversi frammenti più o meno grandi.

Molto spesso i frammenti che arrivano a valle tendono ad essere spigolosi, in quanto sono sempre rimasti nella stessa posizione all’interno del ghiacciaio per un’infinita di tempo. 

Questa situazione non ha dato modo ai frammenti di delinearsi ed ingentilire la loro superficie attraverso urti e reazioni chimiche che avvengono normalmente quando del materiale inorganico e organico entra in contatto con l’atmosfera.

Tra i diversi testimoni della vita sui ghiacciai venuti a noi, 

ritroviamo sicuramente i massi erratici

cioè “sassi” che possono arrivare ad avere notevoli dimensioni e che si sono ritrovati ad occupare una posizione del tutto insolita in seguito al ritiro di un ghiacciaio.

Quello che rende questi massi così interessanti, 

oltre alle loro a volte immense dimensioni,

è il fatto che il punto di origine di questi massi, portati direttamente da un ghiacciaio in quella precisa zona, è molto lontano rispetto al punto in cui sono stati depositati!

Non è mai troppo tardi per far conoscenza con loro

Un geologo che studia i ghiacciai.

Oltre a tutte le caratteristiche descritte finora, il ghiacciaio presenta un’ulteriore e fondamentale aspetto che dovremmo tenere bene a mente: 

i ghiacciai possono arrivare ad avere anche centinaia di migliaia di anni!

Questo aspetto rende tutto l’ecosistema glaciale una risorsa fin troppo preziosa per la nostra conoscenza (anche storica) del pianeta e per una migliore valutazione del grande problema che oramai affligge tutti noi: il cambiamento climatico.

È importante imparare a comprendere e monitorare nel migliore dei modi questi ambienti in modo da poter comprendere quali possano essere gli effetti del cambiamento e della perdita di questi ghiacciai negli ambienti circostanti e non solo.

Quale impatto possono avere sul livello del mare?

Quanto ne può soffrire la risorsa idrica?

Cosa potrebbe succedere agli ecosistemi montani e dintorni se si dovessero perdere tutti i ghiacciai presenti sulla Terra?

Sono tutte domande che dovremmo porci più spesso e che potrebbero aiutarci a trovare (forse) una soluzione a questo disastro che ormai da anni incombe su questi meravigliosi ambienti.

Ma non temete, 

continueremo a parlarne e ad approfondire il discorso!

Per adesso,

augurandoci di riuscire a dedicare del tempo per riflettere sull’importanza di queste imponenti forze naturali,

vi aspetto la prossima settimana con altre disastrose novità dal mondo naturale!

A presto miei cari EcoWarriors!

Di Zoe

Sono una divulgatrice e guida ambientale appassionata. Creatrice di EcoHorizon, condivido articoli su ambiente, novità scientifiche, pratiche ecosostenibili, piante e animali. Quando non sono impegnata a scrivere, conduco escursioni e workshop per avvicinare le persone alla natura. Seguimi su EcoHorizon per scoprire come possiamo proteggere e preservare il nostro pianeta insieme!

1 commento su “I ghiacciai: cosa sono, come nascono e quali tipi esistono”

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