Una città allagata a causa dello scioglimento dei ghiacciai.

“Correva l’anno 2024, quando eventi estremi, siccità, cambiamento climatico e scioglimento dei ghiacciai erano all’ordine del giorno”.

Così, si spera, tra centinaia di anni i nostri pro nipoti parleranno degli anni più bui del pianeta Terra.

Perché i più bui?

Veniamone a capo.

Partiamo dall’inizio

Il primo piano di un ghiacciaio che si scioglie e porta a valle l'acqua.

Due ghiacciai su tre potrebbero essere persi entro il 2100.

E questo è un fatto.

Fatto verificato e dimostrato da un’infinità di studi che ci presentano dati allarmanti ormai da anni: lo scioglimento dei ghiacciai europei è completamente fuori scala.

Non sono mai stati registrati fino ad ora dei valori così elevati di scioglimento dei ghiacciai.

Ora, come tutti noi potremmo immaginare, la causa principale di questo scioglimento dei ghiacciai

è l’attività antropica: la nostra attività! 

Quella industriale soprattutto.

A causa di queste nostre devastanti attività umane, ad oggi, i restanti ghiacciai ancora in piedi si andrebbero comunque a sciogliere completamente entro il 2100.

Insomma, il destino dei ghiacciai è ormai segnato.

Ma allora la domanda è:

Cosa dovremmo aspettarci da questo grande cambiamento nell’ecosistema montano?

Cosa ci troveremmo ad affrontare una volta persi tutti i ghiacciai del Pianeta?

Livello del mare

Una spiaggia mentre piove.

Il primo grande e conosciuto problema che lo scioglimento dei ghiacciai comporta è l’innalzamento del livello del mare.

Si parla sempre di questo problema come se la sua unica causa fosse l’aumento delle piogge.

Ma in realtà non tutto è limitato a ciò che vediamo con i nostri occhi tutti i giorni.

Siamo abituati a notare ormai un cambiamento di temperature e precipitazioni durante le stagioni.

Ad oggi, siamo a maggio 2024 e fanno degli acquazzoni in tutta l’Italia mai verificati prima.

Quindi si, sicuramente questo è segno di cambiamento climatico e comporta sicuramente un aumento del livello del mare.

Ma non basta!

Per comprendere meglio l’importanza dei ghiacciai e il loro ruolo nell’ecosistema, è importante conoscere cosa sono e come si formano.

La storia non inizia e non termina con le precipitazioni

Un ambiente sottomarino con tanti pesci colorati che nuotano nella barriera corallina.

La veloce perdita di ghiaccio in Antartide e Groenlandia, ad esempio, influenza le correnti oceaniche.

Questo perché l’acqua che proviene dallo scioglimento dei ghiacciai è molto più fredda di quella presente negli oceani, e l’aggiunta di un grande volume di acqua fredda negli oceani comporta un rallentamento delle correnti oceaniche e quindi del movimento dell’acqua da una zona ad un’altra.

Dunque, mentre i ghiacciai perdono acqua che immettono negli oceani, questi a loro volta non riescono a “smuovere”, tramite le correnti, la grande quantità di acqua che entra.

Ed ecco che il livello degli oceani aumenta e aumenta senza sosta.

Nel giro di 10 anni, dal 2005 al 2015, il livello del mare è aumentato infatti di ben 3,6 mm all’anno… ogni anno quindi!

Questo è un valore che non era mai stato registrato prima, nel corso dell’ultimo secolo.

E a peggiorare la situazione c’è il fatto che questo livello continua a crescere ancora, proprio a causa dello scioglimento dei ghiacciai, soprattutto quello della Groenlandia e della calotta polare dell’Antartide.

“Oh bene, non dovremo più fare chilometri e chilometri di strada sul bagnasciuga basso per un bel bagno al mare quindi!”

Non proprio!

La situazione è più tragica.

Città costiere

Un paese di mare con le barche che galleggiano vicino la costa.

Aumentando il loro livello, i mari arriveranno a erodere la costa con molta facilità, ci saranno molte più mareggiare e saranno più frequenti e intense le tempeste costiere che provocheranno enormi danni a tutte le città nei dintorni.

E arriviamo al problema della sopravvivenza umana lungo le coste.

È tutto nelle nostre mani, sappiatelo!

Ben due terzi della popolazione mondiale vive intorno a 60 km dalla costa, e più della metà delle città mondiali si sviluppa lungo gli estuari dei fiumi.

Torna a piacerci l’idea di fare chilometri di strada per un bel bagno al mare eh?!

Ma parliamo un momento di futuri scenari.

Il livello del mare non ha nessuna intenzione di fermare la sua crescita.

Questo significa che gli eventi estremi diventeranno sempre più frequenti ed assisteremo ad inondazioni sempre più difficili da gestire e anche più frequenti, che avranno inizio proprio dalle città costiere di tutto il mondo.

Di tutto il mondo, si, quindi comprese anche tutte quelle città del Mediterraneo, quindi anche il nostro Paese.

Non siamo così lontani come si pensa dai problemi ambientali

Una città allagata a causa dello scioglimento dei ghiacciai.

L’Italia infatti è circondata dal mare e presenta più di 7 mila chilometri di costa.

Chilometri che assisteranno all’aumento del livello del mare, a inondazioni e a tutti quei disastri ambientali causati da quintali e quintali di acqua che andrà a ricoprire strade, case e negozi.

Alcuni assaggi li abbiamo già avuti in questi anni, guardiamo Venezia ad esempio.

Ormai questa città è diventata il simbolo della tragica situazione ambientale alla quale stiamo andando incontro. Qui è infatti in atto un importante innalzamento del livello del mare accompagnato da un abbassamento del terreno.

Ma comunque, non solo Venezia è a rischio devastazione totale.

Questo fenomeno di innalzamento del livello delle acque riguarda ormai tutte le terre bagnate dai mari, e parliamo di ben 40 aree costiere a rischio inondazione.

Aree che vanno dal Nord Italia, come Trieste, Venezia e Ravenna, fino a Trapani e Sicilia.

L’estensione totale in Italia di zone a rischio inondazione?

Ben 5686 chilometri quadrati di costa.

Tutta la regione Liguria praticamente!

Come fa il cambiamento climatico ad influenzare così tanto i ghiacciai? Approfondiamo insieme questo legame!

Eventi estremi

Un incendio boschivo causato dalla siccità, altra conseguenza importante dello scioglimento dei ghiacciai.

Il danno ambientale causato dallo scioglimento dei ghiacciai comunque non si ferma sulle coste, ma va ben oltre.

Parliamo degli eventi estremi che devastano completamente anche le zone interne dei Paesi, non solo quelle collegate direttamente ai mari e agli oceani.

Le calotte polari, infatti, sono in grado di riflettere ben l’80% dei raggi solari, impedendo così il surriscaldamento globale.

Ma abbiamo ormai capito che le calotte polari continuano a sciogliersi costantemente.

Quindi, niente più protezione dai raggi solari, 

Il pianeta si surriscalda, 

E aumenta così la frequenza e il numero di eventi meteorologici estremi.

Noi tutti possiamo notare come diverse parti del globo siano ormai sottoposte ad eventi estremi tutti i giorni, e persino per periodi prolungati.

Parliamo quindi di un aumento medio delle temperature, di siccità, di variazione nelle precipitazioni, che comportano a loro volta altre enormi problematiche come ad esempio l’aumento degli incendi boschivi.

Lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari non ha un effetto diretto sugli incendi boschivi, è vero.

Ma spieghiamo meglio il significato di siccità

Un ambiente desertico e arido causato dalla scarsità idrica per la perdita di acqua a causa dello scioglimento dei ghiacciai.

La siccità è definita come il rapporto tra evaporazione e temperatura:

se aumenta la temperatura e allo stesso tempo la concentrazione di umidità diventa estremamente bassa,

questa non riesce a controbilanciare il “secco” che si crea quando aumenta la temperatura.

L’umidità diminuisce arrivando a valori pari allo zero, la temperatura continua ad aumentare.

Inoltre, l’aumento delle temperature non causa solo incendi boschivi, ma crea enormi problemi anche ai corsi d’acqua, che tenderanno a prosciugarsi con grande facilità e velocità.

Inizialmente infatti, quando il ghiacciaio è nelle prime fasi di scioglimento, l’acqua che scorre verso valle lungo i corsi d’acqua tenderà ad essere molta.

Questo può portarci a pensare che in realtà, lo scioglimento dei ghiacciai, favorisca persino l’aumento della risorsa acqua.

Il problema però nasce con il tempo, quando i ghiacciai oramai hanno perso la maggior parte del loro volume in acqua,

si sono sciolti,

e non hanno quindi più alcuna risorsa con la quale rifornire le aree a valle. 

E in questo caso il problema è permanente. 

Non si torna indietro.

Il ghiacciaio si è sciolto, 

L’acqua è terminata,

La temperature continua ad aumentare…

E noi?

Città, valli, fattorie e villaggi interi perderanno LA risorsa fondamentale per la sopravvivenza umana, animale e degli ecosistemi nella loro totalità!

Contaminanti

Una città piena di discariche, industrie e automobili che causano il rilascio in atmosfera di contaminanti.

A causa dello scioglimento dei ghiacciai molte zone,

scongelandosi,

stanno rilasciando nell’ambiente diverse sostanze contaminanti rimaste bloccate all’interno della superficie ghiacciata per milioni e milioni di anni.

Siamo stati abituati a pensare che il ghiaccio preservi gli organismi e non li conduca alla degradazione e al deterioramento.

E questo è il motivo per il quale abbiamo i congelatori, prendiamo una quantità di carne al mercato giusta per una settimana e la conserviamo nel surgelatore.

Scelta comoda e giusta! 

Assolutamente!

Ma il ghiaccio in alta quota ed esposta ai raggi solari,

anche in maniera continua come avviene in alcuni mesi l’anno ai poli,

si comporta diversamente rispetto a quello relegato all’interno dei nostri frigoriferi.

È stato infatti dimostrato come molti inquinanti,

se illuminati dai raggi solari,

tendono in realtà a decomporsi con maggiore velocità nel ghiaccio piuttosto che nell’acqua liquida.

Questa caratteristica è causata da un fenomeno chiamato “effetto di concentrazione del ghiaccio”.

Secondo questo effetto, quando l’acqua congela,

le molecole si dispongono in modo tale da formare una struttura esagonale

(come quella che possiamo vedere sul vetro delle nostre auto d’inverno la mattina seguente ad una nottata di pioggia e successive temperature estremamente basse).

Questa struttura che viene formata dall’acqua,

così precisa e regolare,

costringe tutte le molecole di inquinanti ad uscire da questa struttura cristallina del ghiaccio,

unendosi così in un volume molto piccolo che favorisce delle reazioni chimiche tra sostanze nocive.

Inoltre, in questa condizione la luce ultravioletta è in grado di raggiungere le sostanze poste “alla periferia” della struttura ghiacciata con maggiore facilità,

comportando quindi un’accelerazione delle reazioni chimiche tra gli inquinanti.

Ed ecco qui che invece di congelarsi e rimanere inerti,

questi contaminanti imprigionati nel ghiaccio per milioni di anni hanno continuato a sopravvivere e svilupparsi.

Microplastiche 

Tanto microplastiche di colori e dimensioni differenti.

I contaminanti non sono rimasti per tutto questo tempo completamente isolati in un ambiente così tanto estremo.

Hanno avuto, da un certo periodo di tempo in poi, buona compagnia. 

In ambiente ghiacciato sono infatti apparse,

sempre grazie alle nostre assurde creazioni ed attività umane,

anche le microplastiche.

Anche questi piccoli frammenti grandi meno di 5 millimetri si decompongono molto più velocemente nel ghiaccio piuttosto che nell’acqua.

Alcuni studi in Cina hanno infatti dimostrato come delle piccole sfere di plastica con diametro inferiore al millesimo di millimetro si sono deteriorare nel ghiaccio in sole 48 ore.

Potremmo pensare che sia ovvio: parliamo di elementi così piccoli in fondo!

Si, da una parte è anche vero.

Ma in ambiente più temperato,

alle nostre quote,

dove troviamo anche il fiume Yangtze, sempre in Cina,

microplastiche delle stesse dimensioni ci mettono 33 anni a deteriorarsi.

Velocità ben diverse… altroché!

Virus…

Diversi virus di forme e dimensioni diverse.

Abbiamo parlato delle sostanze inquinanti e della microplastica,

Non possiamo fermarci ora!

È arrivato il momento di parlare di loro, i protagonisti indiscussi degli ultimi anni.

I virus!

Ebbene si,

non potevano mancare proprio loro a questo deplorevole elenco di elementi che ci stanno portando,

mano nella mano, c

on calma ma nemmeno troppa,

alla famosa e ben conosciuta… estinzione di massa!

Okay, evitiamo terrorismi vari. 

Anche i virus sono degli elementi essenziali che stanno iniziando a prendersi il loro spazio all’interno delle tante problematiche ambientali che ci aspettano.

Negli ultimi anni stiamo assistendo allo scioglimento di diverse parti dell’ambiente glaciale,

non solo del ghiacciaio di per sé,

ma anche del permafrost.

Ed è proprio lo scioglimento di questa parte importante dell’ambiente montano che sta portando alla scoperta,

intesa come nostra conoscenza tanto quanto liberazione effettiva,

di virus e batteri ibernati per decenni nel permafrost e nei ghiacciai.

Questi virus,

una volta rilasciati,

finiscono inevitabilmente per infettare la fauna degli ambienti circostanti;

e il motivo non è per forza uno solo.

Infatti, ciò che sicuramente favorisce l’infezione da parte di questi virus sono proprio le acque che si formano dallo scioglimento dei ghiacciai e che finiscono a valle,

portando quindi con loro tutti i virus e i batteri … appunto fino a valle.

… e animali

Animali che camminano verso quote più elevate a causa del surriscaldamento globale dovuto anche allo scioglimento dei ghiacciai.

Ma hanno una grande influenza nell’infezione da virus anche i movimenti attivi delle specie animali che,

non riuscendo più a trovare una situazione ambientale idonea per la loro sopravvivenza nelle zone più a valle,

decidono di risalire in zone più ad alta quota.

Una volta saliti di quota,

tutte queste specie si ritrovano in situazioni completamente differenti rispetto a quelle a cui erano adattati:

gli ambienti, le specie animali e vegetali, il clima,

e anche virus e patogeni vari.

Può succedere, anche con molta facilità, che siano diverse le specie di patogeni per le quali gli animali che migrano non siano immuni.

Ed è proprio questa “non immunità” a comportare poi uno sviluppo maggiore e facilitato di patogeni in varie parte del pianeta.

Consideriamo sempre che,

come le specie hanno cambiato ambiente una volta,

possono farlo anche una seconda o una terza volta,

comportando così un ulteriore sviluppo e possibili infezioni in diverse parti del pianeta,

su diverse specie ogni volta.

Insomma, il rischio più grande è la possibile formazione di nuovi focolai epidemici!

Economia

Quindici vignette che rappresentano edifici di diverse aziende presenti nelle città.

Ultimo ma non ultimo per importanza, in particolare per noi umani, è la problematica relativa all’economia.

Finora abbiamo parlato dei ghiacciai considerandoli “solo” come paesaggi naturali e maestosi da conservare e preservare,

pieni di biodiversità, acqua, habitat e specie viventi. 

Ma come ogni cosa presente sulla faccia della Terra che viene a contatto con noi umani,

in realtà i ghiacciai risultano essere anche una grande fonte di guadagno per molti di noi.

Almeno fino ad ora!

Per quanto possa essere elevata la quota di un ghiacciaio,

questo e il permafrost presente nell’ambiente ghiacciato,

sono in stretto contatto con l’ambiente marino.

L’acqua, come accennato anche qualche paragrafo fa, da qualche parte dovrà pure arrivare!

E arriva in mare attraverso laghi e fiumi.

Dunque,

è proprio per questo motivo che l’industria ittica potrebbe andare incontro ad una perdita di ben 130 trilioni di dollari extra a livello globale nel momento in cui venisse perso tutto il ghiacciaio e il permafrost circostante.

130 TRILIONI!

E questo considerando solo lo scioglimento del ghiacciaio in sè.

Vogliamo considerare per un attimo anche tutti i disastri che questo fenomeno comporta? 

No, tutti no, consideriamo “solo” i dissesti idrogeologici.

Bene, questi nel loro insieme comporterebbero il fallimento definitivo di tante, ma tante, imprese.

E di queste,

magari quelle più resilienti ed economicamente forti in partenza,

potrebbero anche sopravvivere ad un forte crollo economico,

ma riuscirebbero a tornare ad avere un fatturato al livello di quello precedente al disastro ambientale solo dopo ben 5 anni dall’accaduto!

Un prezzo un poco troppo alto anche per le imprese, no?

Turismo

Delle piste da scii con un sistema di seggiovie che scorre in mezzo alle montagne innevate.

Non sarebbero solo le imprese a perderci economicamente a seguito di questo disastro.

Esiste tutta la realtà del turismo al quale noi italiani, in particolare, siamo molto legati.

Il turismo montano, in particolare, è uno dei pilastri del turismo italiano, contando ben il 13% del totale dei pernottamenti in Italia e il 6% della spesa dei turisti stranieri.

Entra qualche soldo in Italia con la nostra bella montagna insomma!

In particolare questo avviene proprio grazie agli impianti per gli sport invernali,

che dipendono sempre e solamente dalla frequenza ed affidabilità delle precipitazioni nevose.

Non nevica?

Niente neve, niente piste da scii, niente gente in montagna, niente soldi.

Facile!

Ed è esattamente quello che sta avvenendo da qualche anno proprio sulle nostre Alpi:

1,3% di turismo negli impianti per ogni metro in meno nella stagione invernale.

L’innevamento artificiale non si è dimostrato all’altezza:

non è assolutamente in grado di sostenere la domanda legata al turismo invernale in montagna.

Insomma, la situazione non è proprio delle migliori!

Un paesaggio innevato con alcune piccole case di montagna nel mezzo.

Stiamo giocando con la nostra sopravvivenza su tutti i fronti:

biologica ed economica, senza alcuna differenza.

Il periodo storico che stiamo vivendo ci sta mettendo di fronte a tantissime sfide ormai già da diverso tempo e,

come detto e ripetuto già altre volte nei miei articoli,

non sempre quello che non vediamo non avviene. 

Molti di noi nella loro vita non hanno mai visto la neve, ne hanno solo sentito parlare o vista in tv. 

Non a tutti noi interessa il freddo, il bianco soffice e il suono del silenzio rimbombante di una distesa di neve a 2000 – 3000 metri di altezza.

Ed è giusto così!

Io amo i 25 metri sott’acqua con la sola scala di grigi davanti ai miei occhi,

del tutto consapevole però che senza quella distesa immensa di bianco accecante a 3000 metri di quota,

non potrebbe esistere nemmeno uno solo dei 25 metri di acqua salata che amo tanto. 

È tutto collegato.

Siamo legati al polpo che ormai adoriamo perché abbiamo scoperto che apre i barattoli di vetro e fa i dispetti se gli stai antipatico, 

siamo legati a capre e mucche che pascolano tranquille e innocue in un prato verde in campagna, 

Come siamo legati ai sentieri più impervi, antipatici e gelati delle nostre Alpi e alle distese di strati e strati di ghiaccio sulle quali foche e orsi polari lottano per la sopravvivenza.

È il momento di ragionare su tutto questo.

perchè il tempo per non pensare e continuare a vivere come se tutto fosse normale ormai non c’è più.

Diamoci una mossa, 

Siamo un pianeta a rischio estinzione EcoWarriors!

Di Zoe

Sono una divulgatrice e guida ambientale appassionata. Creatrice di EcoHorizon, condivido articoli su ambiente, novità scientifiche, pratiche ecosostenibili, piante e animali. Quando non sono impegnata a scrivere, conduco escursioni e workshop per avvicinare le persone alla natura. Seguimi su EcoHorizon per scoprire come possiamo proteggere e preservare il nostro pianeta insieme!

1 commento su “Scioglimento dei ghiacciai: impatti ambientali e sociali”

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